La Division è una agenzia paragovernativa che trasforma geneticamente alcuni individui, creando così un esercito di psicoguerrieri, eliminando senza pietà quanti rifiutano di sottoporsi ai loro esperimenti. Nick Gant (Chris Evans), un telecinetico di seconda generazione, o “mover”, è nascosto da quando, dieci anni prima, la Division ha ucciso suo padre. Sarà una "watcher", una veggente di 13 anni di nome Cassie (Dakota Fanning) a scovarlo per proporgli uno strano accordo...Film che pochi hanno sopportato e che in realtà non è orrendo come viene descritto in alcuni siti. Certo, il minestrone c'è, di generi e di comics (gli X-men in cima!) e la squadra è strana parecchio. La sceneggiatura è di David Bourla , uno che di fumetti non se ne intende molto mentre alla regia abbiamo il Paul McGuigan di The Acid House, film tratto dai racconti di Welsh che cercava di bissare il successo di Trainspotting con esiti poco felici. Insomma, una pellicola che poteva essere migliore, con effetti speciali ultrapompati. La Fanning è brava a fare la ragazzina insopportabile ed Evans dopo la sua Torcia umana non può che risalire in classifica (difficile fare peggio del primo Fantastic Four ma ormai lui è uno volto da fumetto e quindi lo ritroveremo anche nei panni del mitico Capitan America in Captain America: The First Avenger e nel successivo The Avengers, insomma si parte già con un brutto errore, come la prendereste se Hugh Jackman interpretasse The Punisher?) il film scorre fino al finale lasciando poco di sè nei ricordi. Un problema di superficialità negli argomenti affrontati da autori ben più grandi di questi con i quali sarà sempre più arduo confrontarsi in futuro.
domenica 23 maggio 2010
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