Partorito dalla mente del grande Hugo Pratt, Jesuit Joe è un personaggio meno celebre del mitico Corto Maltese e tuttavia non meno suggestivo. Le sue storie narrano la complessa nascita del Canada e strizza l'occhio al grande romanzo d'avventura. Per il film del 1992 si scelse il regista Oliver Austen che praticamente chiuse la sua carriera dopo il flop. Nel 1911 presso il fiume Carib, Jesuit Joe, torna nella capanna del nonno, dove trova un caporale delle Giubbe Rosse addormentato. Dei banditi li attaccano uccidendo il caporale e Joe, dopo averli eliminati, indossa la celebre giacca. Inizia così un pellegrinaggio avventuroso dove emergeranno con tutta la loro sconcertante verità i contrasti tra le varie etnie. Il film fu giudicato pretenzioso ed in effetti il prodotto finale risulta complicato da seguire a causa dei testi troppo sibillini e dell'incedere della pellicola. La spiegazione migliore ci viene offerta da RdC - Cinematografo.it: ...tutto il ritmo narrativo appare come una serie di strisce di fumetto che si attaccano l'una all'altra, senza mai decollare verso i toni catartici dell'epos, ed isterilendosi in una risaputa denuncia dei soprusi cui i pellirossa sono stati sottoposti, senza peraltro indicare una strada, almeno di riscatto. Tutto viene avvolto invece in una livida luce di odio e risentimento senza speranza, che, aggiunto alla crudezza di certe situazioni ed alla violenza di talune immagini, rende il film inaccettabile. Per noi di Cinemamutante il film non è inaccettabile ma certamente è un prodotto mediocre.
domenica 29 marzo 2009
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