Uno dei tanti film pilota finiti senza serie televisiva al seguito. Datato 1978 il Dr. Strange di Philip de Guere è riuscito addirittura a far arrabbiare Stan Lee (che pure aveva tollerato gli inserimenti disastrosi di Daredevil e Thor in Hulk ed il cambio di nome di Bruce Banner!) tanto da fargli disconoscere il progetto. Eppure il potentissimo medium creato da lui e Dikto (interpretato da Peter Hooten) non è poi così lontano dal clima del fumetto. Strange aiutato da un vecchio mago, sua guida spirituale, dovrà combattere contro una seducente strega che si diverte a collezionare uomini. Corrono voci circa un possibile adattamento moderno del personaggio. Staremo a vedere!
domenica 26 aprile 2009
venerdì 17 aprile 2009
Serie: Wonder Woman (1976)
Trasposizione in tv delle avventure di Wonder Woman, prima eroina dei comics in America creata nel 42 da William Moulton Marston (ai testi) ed Harry G. Peters (ai disegni) . Ed è l'ex Miss Universo Lynda Carter ad avere l'onore di interpretarla (ma non fu l'unica!). Nella prima stagione la discendente di un'antica stirpe di Amazzoni deve vedersela contro i nazisti (un pò alla Capitan America, con il quale condivide i colori del costume!) mentre nella seconda e la terza stagione il tutto si svolge ai tempi nostri (o meglio: nei tempi loro, ovvero i settanta!) e i cattivi sono i criminali. Diana Prince grazie ad una cintura ha il potere di divenire una superdonna e combattere il male. Le storie mischiano il fantasy con l'avventura e la fantascienza ma naturalmente non viene varcata la soglia delle serie di quel periodo (di certo Hulk resta la migliore in assoluto). Molti la ricordano per la simpatia ed il carisma della protagonista ed è densamente legata ad un periodo storico ben connotato. In attesa della nuovo film che uscirà nel 2011 e della realizzazione del colossal Justice League: Mortal che vedranno oltre Wonder Woman in battaglia contro i supercattivi: Superman, Batman, Aquaman, Flash ed altri eroi DC, si può ripassare la storia guardandosi qualche divertente episodio...
giovedì 16 aprile 2009
Dragonball Evolution
Dragonball, l'evoluzione. Evoluzione: trasformazione verso forme più avanzate. Live action malamente tratto dalla prima parte della lunga saga di Dragonball realizzata dal prolifico ed ironico (parola che l'inesperto Ben Ramsey non conosce bene) Akira Toryama. Lontana è la rivisitazione di Songoku, lo scimmiotto di pietra ed inspiegabilmente assenti la purezza del protagonista, la nube, la coda e l'asta magica. Così Goku è solo un americano dalla capigliatura emo ridicolmente addestrato da suo nonno Gohan per qualcosa che scoprirà ai suoi 18 anni. Ma il ritorno sulla Terra del demone Piccolo accelera i tempi. James Wong non ha molte frecce al suo arco ed il suo passato parla chiaro: meglio con l'horror che con l'action, mentre mettere Ben Ramsey alla sceneggiatura si è rivelata davvero una scelta infelice. Sua la scrittura che ha trasformato Evolution in Involution. Poche le scene di combattimento, il torneo (miseramente) di sottofondo, personaggi sconvolti e per finire l'impronta surreale tipicamente manga che finisce nel secchio mentre un riassunto della trama (di 153 episodi!) viene incrociato con i liceali americani seminando superficialità ad ogni sequenza. Il film non è aberrante come la vecchia produzione targata 1989 (Taiwan) ma disperantamente confezionato per la nuova generazione, desolante e vacua. Non si può considerare una evoluzione qualcosa che ne regredisce i valori.
martedì 14 aprile 2009
Blade II
Snipes torna a vestire i panni di Blade. Da sempre impegnato nella caccia contro i vampiri stavolta saranno proprio i suoi nemici a chiedere una tregua per allearsi contro Jared Nomak, una creatura delle tenebre mutata, più affamata ed in grado di generare altri della sua specie. Damaskinos propone un'alleanza a Blade per distruggere Nomak affiancandogli una squadra di vampiri chiamata "Emobranco" creata inizialmente per sconfiggere lo stesso cacciatore di vampiri. Del gruppo fa parte Nyssa, figlia dello stesso Damaskinos, affascinata dall'abilità di Blade. Superati i diverbi iniziali comincia la caccia ai vampiri mutanti, immuni all'argento e al siero anticoagulante (che nel primo film veniva usato da Blade per eliminare i vampiri mandando in ebollizione il loro sangue), ma sempre vulnerabili alla luce solare. La seconda avventura del cupo eroe Marvel vede alla regia l'ormai affermato Guillermo del Toro che riesce sempre a salvare il salvabile realizzando una pellicola colma di effetti speciali e trovate divertenti, creando dilemmi all'eroe più monosillabico della storia del cinefumetto e rendendolo meno bidimensionale. Si va dall'amore per Nyssa fino al duro rapporto con Whistler. Purtroppo il film funziona senza varcare i confini del genere e rimanendo relegato soltanto all'azione. Gli splendori per il regista verranno raggiunti con Hellboy 2 e con Il Labirinto del fauno. Ma queste sono altre storie...
Richie Rich - il più ricco del mondo
Erede del multimiliardario Mr. Rich, il rampollo Richie cresce annoiato nella reggia paterna adorato dai genitori e accudito dal fedele precettore Cadbury. Ma Richie non si trova con gli altri prescelti dell'alta società e cerca altrove nuove amicizie. Van Dough, dirigente dell'impero paterno, vuole i soldi di famiglia ed architetta un piano per sabotare l'aereo dei Rich. I genitori finiscono in mare e Richie scampa al disastro perché Cadbury gli aveva organizzato una giornata di giochi con i suoi nuovi amici. Van Dough allora cerca di impadronirsi della compagnia paterna ma Richie si insedia come unico erede al posto di comando. Dopo l'ennesimo piano fallito del cattivo, Richie trionferà aiutato dai suoi compagni e dal ritorno dei genitori. Ispirato ai personaggi dell'omonima serie a fumetti edita dalla Harvey Comics, Richie Rich è una sorta di spy-comedy che non riesce a conquistare, complice la "plastica" della confezione e l'antipatia del protagonista mentre la stucchevole morale "l'amore dei genitori non ha prezzo" lascia il tempo che trova. Ci fu persino un cameo di Claudia Schiffer, una che di miliardi in quel periodo ne vedeva a palate...
martedì 7 aprile 2009
Speciale: Transformers II - La vendetta del caduto
Non ci sono grossi cambiamenti per la squadra che si occupa dei Transformers. Sempre Spielberg dietro la produzione e Micheal Bay alla regia. I famosi giocattoli Hasbro tornano per la loro seconda puntata sui grandi schermi. Shia LaBeouf e Megan Fox più il giovane Ramon Rodriguez si troveranno alle prese con le origini delle autorobot e finiranno al Cairo, tra le piramidi. Se entrate nelle piramidi - svela uno dei produttori - osservando i geroglifici si possono notare elicotteri e mezzi moderni. Ebbene erano proprio i Transformers! Per questo nel nuovo episodio si torna tra le dune del deserto, ed il nuovo nemico da abbattere, Devastator (ricordate i robot quando si combinavano?) non sarà tanto facile da mandare al tappeto!
domenica 5 aprile 2009
Josie and the Pussycats
La manager di una famosa casa discografica ed il suo produttore, utilizzando un programma governativo, inseriscono messaggi subliminali nelle canzoni più in voga in modo da trasformare gli adolescenti in incalliti consumatori. Josie, Melody e Valerie si vestono da gatte e sognano di sfondare nel mondo della musica con il loro complesso: Josie and the Pussycats! Verranno ingaggiate dai due cospiratori ma scopriranno presto l'oscuro segreto, dopo aver messo a dura prova la loro amicizia. Il film, ispirato ad un famoso fumetto statunitense, edito dalla Archie Comics (che diede vita anche ad una serie di Hanna & Barbera) si attiene in parte alle atmosfere della creazione originale. Manca purtroppo la ventata seventies ed il look vintage. Purtroppo la modernità rende l'operazione più simile al film delle Spice Girls che non ai vecchi comics.
venerdì 3 aprile 2009
Man-Thing
Due ragazzi si distaccano dalla (solita) festa per fare sesso. La giovane si inoltra nella palude, poco distante. il ragazzo la segue con incertezza ma mentre comincia il coito qualcosa lo trascina tra la vegetazione, facendolo a pezzi. Ad indagare nella cittadina di Baywater arriva il giovane Kyle Williams. Si scopre che presso la palude avvengono numerose sparizioni, la colpa viene attribuita dai razzisti locali ad un pellerossa fuggitivo. Lo sceriffo scopre che il potente del luogo: Frederic Schist, ha costruito un impianto petrolifero nel cuore della palude, frodando la tribù indigena, ma nel ritrovamento dei cadaveri qualcosa non torna, in essi è cresciuta una misteriosa vegetazione. Sarà una leggenda sciamanica a narrargli l'esistenza di un Uomo Cosa, un essere metà uomo e metà vegetale...Creatura Marvel spesso paragonata a Swamp-Thing (ma in realtà è precedente per creazione!) della storica avversaria DC comics, nata nel 1971 che "curiosamente" finisce nella lista delle trasposizioni da girare. In effetti il personaggio non pare avere il carisma necessario per sostenere una pellicola, specie poi quando la stessa si rivela persino insufficente. Infatti se le La regia di Brett Leonard si muove su alti e bassi, la sceneggiatura di Hans Rodinoff (che pure aveva curato il personaggio sulla carta Marvel) pare davvero misera. Gli amanti della storia originale si scordino dunque il biochimico Ted Sallis, le sue origini, le sue motivazioni. Qui abbiamo solo un goffo horror ambientalista. Peccato, perchè la grafica della creatura non era neppure brutta ma forse, nel 2005 è un pò pochino. Qualcuno lo ha definito il peggior adattamento Marvel visto fino ad oggi. Se si parla di adattamento del fumetto potremmo essere d'accordo visti gli sconvolgimenti della trama, ma a livello di film possiamo dire che The Punisher è decisamente inferiore. Il prodotto finale sarebbe dovuto uscire al cinema nel 2004 ma fece la sua comparsa solo per il mercato Home-video a causa della sua mediocrità, dopo una messa in onda nel canale Sci Fi Channel nel 2005.
mercoledì 1 aprile 2009
Watchmen
Eccoci alla resa dei conti, abbiamo atteso un pò prima di recensirlo. Dovevamo pensare, confrontarci. Ci avevano spaventato, ci avevano dato tanti pareri sfavorevoli, ma alla fine, con le dita incrociate, siamo entrati in sala. Difficile non pensare a I dieci comandamenti poichè Watchmen rappresenta a tutti gli effetti una bibbia per coloro che leggono fumetti e dopo la sua uscita, il panorama, il pubblico ed il mercato dei comics sarebbe mutato per sempre; ma andiamo con ordine. Era il 1986 quando Miller e Gibbons fecero uscire il primo numero della miniserie edita dalla DC comics e sono serviti ben tredici anni per fare in modo che il cinema arrivasse al punto di comprendere sul serio il fumetto come esperienza. E' Frank Miller ad occuparsi di aprire la strada con il suo Sin City (favorito dall'esplosione della Marvel nelle sale), da quell'insolito esperimento siamo passati per 300 fino ad arrivare a Il Cavaliere oscuro. Il passo successivo, quello che porta fino a Watchmen era ovvio e breve. Ma come sempre accade, con Moore in mezzo alle parole, siamo alle prese con un testo complicato, ricco di citazioni ed omaggi ma anche totalmente nuovo, una metanarrazione che rende le calzamaglie talmente reali da riuscire ad infilare in poco tempo un manipolo di eroi invecchiati nell'olimpo dei grandi. Passiamo però alla pellicola. Si apre in pompa magna l'opera di Zac Snyder, si comincia con "Il comico" che muore e con dei titoli di testa davvero notevoli. Si gioca, come è giusto che sia, con la graphic novel. La si inserisce in un contesto, si cerca di sbrigare in poche sequenze ciò che il testo poteva fare nelle tante pagine dei suoi dodici numeri. Non è facile creare un background credibile per l'ucronìa dell'inglese ma questi titoli risolvono di buon grado il problema. Poi Rorschach comincia la sua indagine, i suoi metodi sono duri, terribili, per lui qualcuno sta attaccando le maschere, messe al bando dal governo poichè (concetto ripreso molto più tardi da Civil War) ingestibili. Il nostro antieroe avvisa gli altri, infatti "chi attacca uno di loro li attacca tutti". Ed abbiamo così la prima traccia, un noir con uno spietato mastino stile Hammett o Spillane, che vuole arrivare al sodo, il colpevole, senza fermarsi davanti a nulla. Ma il rude detective Non viene preso sul serio dagli altri membri del gruppo: Gufo Notturno, Ozymandias, Dr.Manhattan e Spettro di seta e così, Rorschach, si trova solo. Film complicatissimo da girare, Le vicende si sdoppiano, si intrecciano, ogni eroe è soltanto un uomo (Dr.Manhattan a parte!) e gli sbagli commessi sono molti. Attori semplicemente perfetti nei ruoli e per i ruoli. Snyder fa quello che conosce e quello che si può con le sue due ore e mezza. Molto mestiere per un film la cui fedeltà al testo è commovente in alcune sequenze e che purtroppo nel secondo tempo deve qualcosa alle scelte di produzione. Peccato (ad esempio) per il finale modificato che toglie senso alla presenza di Bubastis e per qualche modernizzazione nei costumi (un male che tocca tutti i supereroi cinematografici odierni!). Personalmente non ho digerito alcuni spunti della colonna sonora, con brani immortali troppo estranei al mutismo della carta, d'altra parte capisco che servivano per rafforzare il senso di realtà, seppure alternativa. L'operazione si muove in bilico per più della metà del film, quasi un miracolo e perde potenza verso il finale, ma non è questo il suo vero difetto. L'unico vero roblema di Watchmen è proprio il citazionismo di Moore. Rivedere sulla carta i vecchi eroi della Charlton Comics nei Minutemen, ritrovare gli elementi presenti nelle maggiori testate del genere come Capitan America, Batman, Capitan Atom, Blue Beetle, Black Canary rendeva l'enorme lavoro di Alan un compendio, una divina commedia dei supereroi. Ma è una sensazione che si può provare soltanto sfogliando la carta, fissando gli inchiostri colorati, le chine. Solo chi ha letto le vecchie pagine potrà comprendere le nuove ed è un affare che con il cinema non c'entra nulla. Non ci sarà nessuno in grado di ricostruire in due ore quel passato. Qualcuno diceva che sarebbe stato meglio girare Watchmen come una serie tv. Forse sarebbe stato più semplice recuperare quelle origini ed infilarle in qualche modo nelle sequenze, ma questo non avrebbe rispettato l'originale. Insomma: l'unicità di questa graphic novel non è solo la sua violenta innovazione bensì il rapporto che Alan Moore ha avuto con i fumetti e con i suoi lettori.
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