giovedì 20 agosto 2009

Capitan America (1990)

Promosso dalla Marvel come la risposta a "Batman" e fatto uscire in concomitanza del 50° anniversario, il film crea immediatamente un certo imbarazzo, tanto da finire nel dimenticatoio già nel 1990 (l'anno di uscita). In America viene ripescato dalla televisione via cavo due anni dopo mentre in Italia sarà la Prisma Entertainment (distribuita dalla Fox) ad occuparsene. La sua pubblicità è immediatamente imprecisa: Capitan America è ora per la prima volta un eroe in carne ed ossa (come sappiamo non è affatto vero, su Cinemamutante troverete anche la versione del 1979!). Tra i produttori compariva persino Stan Lee (produttore esecutivo), una vera cantonata. Il film si apre con la genesi del Teschio Rosso, una nascita che rimarrà estranea ai fan di Cap. Infatti la storia è del tutto fasulla. Alcuni nazisti sequestrano un ragazzino italiano di intelligenza superiore, il suo nome è Tadzio De Santis (dimenticatevi dunque di Johann Schmidt!). La sua famiglia finisce massacrata ed il ragazzo viene portato via per essere sottoposto ad alcuni esperimenti intenti a rafforzarlo oltre i limiti umani. Per contrastare il supersoldato nazista, gli Stati Uniti assoldano dunque Steve Rogers, un giovane patriota claudicante che anela di combattere per il suo paese nella seconda guerra mondiale. L'esperimento è un successo, Rogers diverrà Capitan America. La pellicola diretta da Albert Pyun si rivela immediatamente vacua ed imbarazzante in alcuni reparti come: gli effetti, la fotografia e la sceneggiatura di Tolkin (che non ha mai negato la sua lontananza nei confronti dei comics). Peccato, perchè Il cast si sforza di ottenere risultati ed in certi casi risulta evidente il contrasto tra le buone interpretazioni degli attori (Scott Paulin, Francesca Neri, il Ned Beatty visto in Superman!) e l'assenza di direzione del film. Una nota positiva che dovrebbe interessare chi produce pellicole sui supereroi è la fedeltà del costume. C'è una magia dietro le calzamaglie dei fumetti, sebbene risultino un pò retrò fanno sognare tanto di più di questi moderni costumi plasticosi dai colori scuri ed opachi. Non che basti, ma il consiglio è quello di lavorare anche in questa direzione...

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