mercoledì 21 aprile 2010

Alien versus Predator

Molti dei lettori di Cinemamutante sapranno che la celebre saga delle due razze aliene contrapposte, divenuta nota con i videogiochi e con il cinema, era in precedenza un fumetto edito dalla casa editrice Dark Horse Comics, una delle poche realtà indipendenti in grado di competere con Marvel e DC. E' questo uno dei più celebri esempi di interscambio tra comics e cinema. Nati infatti in celluloide, i famosi alieni resi celebri da Ridley Scott e John McTiernan (ma anche Cameron ha reso un bel servizio!) hanno saputo vestire egregiamente i panni di eroi (seppur negativi) di valide miniserie cartacee, come in quella che da inizio alle danze: Aliens di Mark Verheiden e quella che vedeva un ipotetico seguito del primo Predator: Predator the Heat fino ad arrivare al lavoro di Stradley e Norwood: Aliens vs Predator che inevitabilmente ci ha portato fino a qui. Una spedizione di scienziati finanziati da un ricco industriale si reca in Antartide per indagare su una 'efflorescenza di calore' di origine misteriosa. Scopriranno una piramide a 600 metri di profondità al cui interno resteranno intrappolati e coinvolti nella feroce lotta tra Aliens ed alcuni giovani Predators sopravvissuti nei secoli. Dimenticando l'arte del primo Alien e la perfezione adrenalinica del secondo capitolo, diciamo che il film non è un capolavoro horror e neppure di fantascienza. Tuttavia siamo qui per valutarlo come cinecomics. In effetti la serie della Dark Horse (escludendo la meraviglia di Verheiden) è piuttosto di serie B; godibile quanto un weird movie, o un episodio di Zio Tibia. Da questo punto di vista Paul W.S. Anderson supera di gran lunga l'orripilante Mortal Kombat ma resta dietro l'ottimo Resident Evil, confezionando una pellicola fedele nello spirito da lettura estiva, spensierata e in un certo senso trash, della saga. Anche la presenza di Bova, non giova molto all'atmosfera generale. L'attore è purtroppo identificato da turpi pellicole italiane e si fatica a vederlo accanto a Lance Henriksen. Resta dunque l'affascinante ipotesi della piramide ed il rito di iniziazione dei Predator che comunque non basterebbe ad ottenere una sufficienza quando dalla parte opposta abbiamo dialoghi telefonati e personaggi scontati. Se però siete accaniti fan della serie, allora sappiate che lo spirito di quegli albi è rimasto vivo.

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