Prendi una idol, falle vestire i panni de una delle eroine più celebri di Go Nagai, metti alla regia il creatore di serie memorabili come Evangelion o Le situazioni di lui e di lei e lascia che il Giappone faccia il resto. Ecco che cos'è Cutie Honey, un prodotto complesso da giudicare, fuori dalla portata degli occidentali, che trasuda manganime da ogni poro. Una colonna sonora che farebbe invidia ad Mtv ed i primi minuti che potrebbero aver influenzato i Wachowski per Speed Racer. Lo zio di Honey Kisaragi viene rapito da un brutto ceffo che dice di appartenere al clan Panther Claw e la ragazza si mette immediatamente sulle sue tracce. A corto di energia e di vestiti, prima è costretta a scorrazzare seminuda per la città in cerca di cibo con cui rifocillarsi. Una volta ripristinata l'energia riesce quindi a trasformarsi in Cutie Honey e quindi sfidare il cattivo Gold Claw. Quando la vittoria sembra a portata di mano, il malefico Gold Claw scappa con lo scienziato e Cutie Honey, con l'aiuto di Seiji Hayami e la poliziotta scontrosa Natsuko Aki, si rimette alla sua ricerca. Ma solo quando presso le loro abitazioni vengono consegnati degli inviti da parte di Panther Claw, i tre riescono a raggiungere il luogo del rapimento. Qui scoprono che Sister Jill, capo della banda, vuole utilizzare la tecnologia di Cutie Honey per ottenere la vita eterna. Infatti questa tecnologia è in grado di rivitalizzare qualsiasi organismo vivente. Cutie si vedrà costretta a sacrificarsi per amore dello zio e di Natsuko, usata come esca dai cattivi. Riuscirà l'amore a salvare la bellissima Cutie Honey? Decisamente diverso dai comics originali, il film contiene degli ottimi momenti dovuti ad Eriko Sato e ad una regia (Hideaki Anno) che sperimenta la fusione tra l'animazione ed il live action con risultati davvero interessanti. C'è pure la comparsata di Stan Le...ops, Go Nagai! Non che il film sia perfetto; diciamo che i limiti della pellicola sarebbero stati sorpassati con un budget maggiore perchè le idee per intrattenere ci sono tutte. Forse c'è una caduta nel finale, ma in un'opera del genere il lieto fine è d'obbligo!
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