Nel 2033, un disastro ecologico ha reso la Terra arida e desertica. L'acqua è il bene più prezioso e il Dipartimento delle Acque diretto dal diabolico Keslee se ne approfitta estendendo ovunque, incontrastato, il suo potere. Ma le cose cambiano quando Tank Girl e Jet Girl decidono che è ora di smetterla. Grande occasione mancata per Rachel Talalay che dopo Tank Girl viene definitivamente scaricata nel circuito televisivo. Eppure il cast c'era tutto: da una ispirata Lori Petty (che però non è somigliante, come si dice, alla folle protagonista del comics), Ice T, Una giovane Naomi Watts, Iggy Pop, il veterano Malcolm McDowell e nonostante questo non c'è stato nulla da fare. Era una trasposizione difficile da realizzare, sono troppi gli elementi che compongono il fumetto di Martin ed Hewlett e che lo rendono un perfetto ed irripetibile miscuglio di arte, musica, riferimenti (sub)culturali e politica. Fenomeno legato agli anni '90, alla musica grunge ma anche al britpop, all'alternative ma anche alla rave-generation. Un fenomeno legato al cyberpunk (che declina da quel punto...). Come sempre accade con le cose importanti Tank Girl riscrive una vera e propria estetica e ne diventa icona. Il fumetto racconta le avventure di una giovane soldatessa dell'esercito australiano. La ragazza combatte dall'interno la follia militarista ma alla fine fugge dall'esercito e comincia a vivere una strana accozzaglia di avventure che potrebbero ricordare Mad Max se non fosse che assieme al suo tank ogni cosa si fa onirica e lisergica e l'energia distruttiva della cara Rebecca (questo è il suo nome) è sempre pervasa da una straripante ironia. Nel film tutto questo compare in versione demenziale, l'unica cosa che resta è la sete di giustizia della nostra anarcopunk ma non basta a salvare una pellicola sconclusionata e tecnicamente debole nei suoi reparti (effetti, montaggio, scenografie). Forse un film d'animazione potrebbe cogliere quello che il cinema dal vero non riesce a vedere: l'essenza.
domenica 23 novembre 2008
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