Hollywoodland è un noir moderno finito per caso tra le nostre recensioni. E' Infatti la presenza del Superman più celebre d'america che lo ha spinto fin qui. Il 10 giugno del 1959 morì suicida a l'attore George Reeves che dal 1950-58 era stato Superman in una serie a lui dedicata. In questo film, dopo il suicidio di Reeves (interpretato da un Ben Affleck più in forma del solito), l'investigatore privato Louis Simo (Adrien Brody), senza soldi e lavoro, si "prende a cuore" il caso, e convince la madre a ingaggiarlo per conoscere la verità poichè tutto sembra talmente chiaro, da far dubitare che sia del marcio dietro. Caso celebre della storia degli studios, finito persino nella grande opera di demolizione del sogno: Hollywood Babilonia. Reeves era depresso e prigioniero del suo ruolo e fece di tutto per trovare altre parti, tragicomico immaginarlo come Superman. Con sprazzi della serie televisiva, abilmente ricostruita, ecco una pellicola interessante, che svela i retroscena torbidi della mecca del cinema. Paragonabile a Black Dahlia (ma inferiore) il film si lascia guardare e le sue linee narrative si confondono. Allen Coulter realizza un film che sfugge al genere. Bella la definizione del Farinotti: la solitudine in un mondo governato da denaro, corruzione, successo, tradimenti; la fama cinetelevisiva e i suoi costi; il rancore di un attore verso il personaggio in cui è immobilizzato; la divisione tra “perdenti” e “vincenti”; la rievocazione di Hollywood nell'epoca dello studio system. Quando Reeves morì, i mass media annunciarono nei titoli che era morto Superman.
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