Penalizzato dalla precedente uscita de Il sesto senso, la seconda opera di M. Night Shyamalan passa in sordina. Il film venne criticato eccessivamente per via delle somiglianze tra i suoi due lavori (l'effetto sorpresa nel finale, l'andamento misterioso e quasi ipnotico del ritmo, l'utilizzo dello stesso volto che aveva fatto la fortuna della prima pellicola). Questo trasformò Unbreakable in una sorta di brutta copia de Il sesto senso. Come vedremo, non è così. La regia è un felice compromesso tra le tavole di un fumetto e le inquadrature cinematografiche (il dialogo tra Bruce Willis e la donna che gli siede accanto sul treno ne è un valido esempio, con la camera che li sbircia dal sedile anteriore e che isola i volti dei protagonisti della sequenza imparentando in maniera evidente il cinema con le vignette di un fumetto moderno!) ed è proprio in questo che Unbreakable è stato sottovalutato. Nonostante non esista la versione cartacea del supereroe David Dunn questo è il primo film adulto a fare luce sul complesso mondo dei comics. Recentemente si è parlato dell'esistenzialismo dell'eroe con Hancock, ma anche del rapporto tra eroe e antieroe con Il cavaliere oscuro, ebbene questi argomenti erano stati precedentemente trattati con un esauriente approccio filosofico proprio dal film di Shyamalan. Ad aumentare il suo valore oltre ad una buona sceneggiatura ed una solida regia ci sono i due protagonisti mai sottotono e perfettamente calati nella parte. In conclusione: un grande omaggio all'arte del baloon ma anche un valido film per neofiti.
lunedì 29 settembre 2008
venerdì 26 settembre 2008
Hancock
Ecco un film che sfrutta pienamente il recente fenomeno degli eroi in costume, uomini con superpoteri e super-problemi. John Hancock vive come un barbone, lui si sente solo, crede di essere l'unico della sua specie. Combatte il crimine in una sorta di apatia e combina molti più danni di quanti ne potrebbero creare i delinquenti. Le cose non vanno molto bene per lui, la città dove vive (Los Angeles) lo odia e questo fa aumentare il suo disagio. Poi un giorno incontra Ray Embrey, un dirigente di una società di relazioni con un innato ottimismo, assieme stringono un patto: se John si fiderà di Ray, questi riuscirà a riabilitarlo. Strana genesi quella di Hancock, è il supereroe più giovane della storia e ce lo spacciano per il più antico. Gli autori Vince Gilligan (che viene dalla serie di culto:X-files!) e Vincent Ngo hanno fatto bene i loro compiti. La parentela tra il clochard di Los Angeles e l'universo Marvel/DC si percepisce. I problemi del film Hancock non risiedono nel personaggio e neppure negli effetti. Gli attori se la cavano discretamente. I problemi purtroppo sono tutti da attribuire ai soldi dietro la gigantesca macchina produttiva Sony, che per accontentare il grande pubblico confeziona un film per famiglie. Detto questo aggiungo che c'è qualche incongruenza: Hancock viene riabilitato dopo una serie di danni ai beni pubblici ma uscito dalla prigione "praticamente" distrugge la città senza conseguenze evidenti, ci sono poi parecchie scene con errori di continuity. Certo, questo film contiene scene spettacolari e per questo diverte, ma la sceneggiatura crea delle premesse che poi non mantiene del tutto, grave pecca. Rimane l'amaro di non poter conoscere nei dettagli il passato di Will Smith e soprattutto ci resta uno dei finali più stucchevoli degli ultimi tempi che gli abbassa il voto di mezzo punto.
martedì 23 settembre 2008
Hellboy II - The Golden Army
Nonostante la sua giovane età rispetto ad altri ben più rodati personaggi, l'Hellboy creato da Mike Mignola suscita una simpatia innata nel pubblico. Guillermo Del Toro lo ha capito bene e avendo compreso le sfumature più intime dell'eroe ce lo ripropone rigenerato nelle sue nuove vesti cinematografiche. Hellboy II - The Golden Army compie un grande salto di qualità rispetto al primo episodio. Sebbene Hellboy sia stato molto fedele alle trame cartacee non era stato in grado di creare momenti cinematografici importanti come in questo sequel (ma già anche ne Il labirinto del fauno). Tutto lo staff, dalla regia alla sceneggiatura, ha cullato i personaggi in una storia dal sapore fantasy che ci fa tornare alla mente gli esponenti migliori del suo genere. Non è un caso se tanti hanno pensato o citato la vecchia trilogia di Star Wars guardando questo film. Sono molte le analogie (la più nota è il paragone tra i due triangoli Hellboy-Abe-Liz con Ian Solo-Chewbacca-Leila) ed anche il clima che si viene a respirare è denso di una certa similarità. Le creature del mondo dei Troll sono semplicemente eccezionali e ricordano da vicino lo stile di McKean, mentre la trama è di stampo più classico, contrapponendo il diverso al normale in una guerra dove le scelte da fare non sempre sono quelle giuste. Questo rende Hellboy con le sue debolezze un personaggio unico in grado di rivaleggiare con i classici del genere supereroistico. Proprio di recente la Columbia Pictures ha riproposto questo meccanismo in Hancock, pur non riuscendo a conseguire lo stesso risultato.
Iron Man
Di tutti i recenti adattamenti tratti dai fumetti Marvel, Iron Man è di certo nella lista di quelli più pregevoli. Il personaggio (che non ha avuto la fama e la fortuna di un Hulk o di uno Spider-Man) si è saputo ritagliare una discreta fetta di nuovi fans, proprio grazie a questo lavoro di Jon Favreau. A differenza di altre uscite del genere, che sono state sottoposte ad una forzata lettura in chiave politica, Iron Man è per nascita un eroe che segue la guerra direttamente, una guerra reale, quella che si consuma (consumava) proprio nel mondo dei suoi lettori; infatti se Tony Stark vendeva armi durante le missioni in Vietnam, oggi finanzia indirettamente i gruppi terroristici in Afghanistan (I dieci anelli, omaggio al Mandarino). E' proprio per questo che la storia funziona, l'eroe e la sua genesi non vengono snaturati e l'attualizzazione risulta plausibile. Detto questo, il film di Favreau è di ottima fattura, con effetti all'altezza di ogni situazione e una regia che permette di godere appieno degli stessi. Ottimi gli interpreti (Robert Downey Jr. e Jeff Bridges) in grado di passare da situazioni ironiche e grottesche a situazioni più crude. E' prevista l'uscita di un sequel e la partecipazione nel film: I vendicatori, mentre già alla fine de L'incredibile Hulk, Tony Stark compare in un cameo che lascia presagire un crossover tra i due eroi.
venerdì 19 settembre 2008
Tartarughe ninja alla riscossa
Era il 1990 quando le quattro tartarughe mutanti esordivano al cinema con il loro nomi rinascimentali. Ancora la grafica non permetteva grandi cose e per fare film di questo tipo ti rivolgevi a Jim Henson (Muppet). La storia riprende parzialmente i fumetti nei toni scuri della New York del film, anche se sono presenti le solite concessioni che ne addolciscono i tratti salienti. Allora era impensabile la realizzazione di un film come V per vendetta o Il Cavaliere oscuro e le pellicole tratte dai comics erano riservate soprattutto ai giovani. Eppure Teenage mutant ninja Turtles non è un film disonesto e gli autori Peter Laird e Kevin Eastman possono dirsi soddisfatti del lavoro di Steve Barron che oltretutto ebbe un discreto successo e dopo due seguiti ci fu anche un film in computer grafica del 2007.
Speciale: The Spirit
Questa mattina al cinema moderno uno dei migliori interpreti della settima arte ci ha concesso quindici intensi minuti del suo primo vero lavoro da regista: The Spirit diretto da Frank Miller. Frank è una persona affabile che ha espresso tutta la sua stima verso l'Italia e i suoi registi più celebri (come Fellini!). Nel cast è confermata la presenza di Eva Mendes, Scarlett Johansson, Sarah Paulson e Paz Vega oltre gli interpreti maschili Gabriel Macht e Samuel L.Jackson. Dopo la colazione, la presentazione del film e l'incontro con il regista c'era anche il pranzo. Un promotions tour davvero ricco per una pellicola che è un omaggio al maestro Eisner ed al suo vigilante. Alla fine oltre le succose novità ci siamo ritirati con una bella cravatta rossa, delle trading card, una fantastica maglia, adesivi, chewing gum ed una borsa. Speriamo che Denny Colt non ci ritrovi...
The Spirits uscirà il 25/12/08 in tutte le sale. Da quello che abbiamo visto ve lo consigliamo caldamente!
The Spirits uscirà il 25/12/08 in tutte le sale. Da quello che abbiamo visto ve lo consigliamo caldamente!
mercoledì 17 settembre 2008
Judge Dredd
Nonostante i suoi successi sul campo, il giudice Dredd viene incastrato per omicido da suo fratello Rico. Condannato al processo, scampa alla morte per clemenza della corte ma viene mandato in esilio nella colonia penale di Aspen. Riuscirà a fuggire per vendicarsi. Strano film questo Dredd. Per una volta il personaggio protagonista è proprio l'attore che aveva ispirato quello cartaceo (il giudice fu inventato da John Wagner e Carlos Esquerra nel 1977 e modellato sulle fattezze di Stallone!), la scenografia è notevole, Mega city one trasuda cyberpunk e gli accessori e le tute del corpo dei giudici rispecchiano fedelmente i comics; tuttavia pur partendo da ottime premesse manca qualcosa. Il problema è che non è semplice capire nel dettaglio che cosa sia. Probabilmente lo spirito malato della versione che ha fatto la fortuna della 2000AD e che si ritrova nel primo Robocop (personaggio che somiglia decisamente al giudice) qui è perlopiù assente e l'ironia viene tutta da Rob Schneider che come sappiamo non è certo il miglior attore sulla piazza. Altro fattore è l'ego smisurato di Sylvester Stallone che non poteva evitare di farsi confezionare la storia recitando per quasi tutto il film senza il celebre elmo del personaggio e applicando i suoi vecchi ruoli di macchina da guerra a quello integerrimo di Dredd. Il risultato è un ibrido che in fondo si lascia guardare.
martedì 16 settembre 2008
Spider-man 2
Grosso modo la storia si ripete ma questa volta si fanno più evidenti i celebri super-problemi di Peter Parker. Mentre perde l'amore di Mary Jane, l'amicizia di Henry e i poteri, a causa dello stress, l'attende al varco uno dei migliori cattivi Marvel: il dottor Octopus! E' il momento delle rivelazioni per l'arrampicamuri, i legami si fanno tesi e la vita è dura quando si vivono due esistenze e spesso bisogna rinunciare per un pò o...magari per sempre ad una delle due! Team collaudato quello di Spider-man che torna a regalarci momenti da brivido ed un buon numero di emozioni (la storia è praticamente retta dal rapporto Peter-MJ). Davvero incredibile vedere quanto sia ben realizzato Doc Ock, fenomenale il montaggio, che non fa respirare fino alla fine. Lievi miglioramenti anche per lo spidey computerizzato, adesso è quasi irriconoscibile da quello reale. Da vedere.
La leggenda degli uomini straordinari
Tempi strani qui da noi. La politica è ormai chiave di interpretazione per qualunque evento (esplodono gli ospedali ne Il cavaliere oscuro? ci si vede una critica alla linea degli Stati Uniti) e tale fenomeno porta al mutamento nel titolo di questo film che dall'originale La "Lega" degli straordinari gentlemen si trasforma nel più scontato La leggenda degli uomini straordinari. Ma noi, in questo particolare caso, siamo solo l'ultima goccia di una mutazione inspiegabile avvenuta al passaggio dalla carta allo schermo. Dobbiamo dire che ricostruire il felice esperimento di Alan Moore non era cosa facile. La graphic novel (con Kevin O'neil alle matite!) è un pastiche ottimamente riuscito, geniale nei dialoghi e dunque prezioso. La storia sembrerebbe soltanto un gioco che il mago di Northampton ricama con astuzia ma con una seconda lettura ci si accorge che la sua cura spaventa ed è in ogni infinitesimale dettaglio. Si va dai pacchetti di cerini ai manifesti, dai quadri elettrici alle vie di Limehouse. Per ricostruire il mondo che Moore inventa, mischiando Poe, Haggard, Stoker, Verne, Wells, Doyle e Stevenson sarebbe stato utile avere una come Catherine Martin alla scenografia e certo un regista più esperto. Strano poi che le aggiunte di James Dale Robinson fossero così fuori luogo: cosa c'entra, con la letteratuta che Moore decise di selezionare, un personaggio come Tom Sayer? Eppure James viene proprio dai fumetti. Stephen Norrington poi, sarà un abile effettista ma certo non aveva questa grande esperienza come regista. Era uscito da Blade con la sufficienza ma il suo primo film (Death Machine) si poteva ben definire un disastro totale. Il film parte bene e poi scade nel solito blockbuster che per accontentare tutti viaggia nella più assoluta mediocrità. Neppure Connery (Allan Quatermain) sembra del tutto convinto nonostante la forma fisica. Ancora una volta si commette un peccato. Si parte da un lavoro eccellente e si finisce per togliere elementi, per ammorbidire o rendere comprensibile ai più scadendo nella banalità. Se non esistesse l'opera di Moore e O'Neil sarebbe un film passabile ma visto che le votazioni vengono assegnate anche in base alle similarità con il lavoro originario dobbiamo abbassare il punteggio.
lunedì 15 settembre 2008
Elektra
Nel suo primo film da protagonista Elektra prosegue il cammino da dove l'avevamo lasciata in Daredevil. Ritornata in vita grazie ai poteri del maestro Stick (Terence Stamp) l'eroina comincia un nuovo addestramento ma viene presto cacciata per via della sua rabbia e finisce a fare l'assassina su commissione. Nonostante la giovane età del personaggio, creta da Frank Miller nel 1981, Elektra è entrata nel cuore dei lettori per carisma ed innovazione. L'interpretazione della Garner è buona e (a differenza del ruolo in Daredevil) stavolta hanno lavorato anche sul look del personaggio. I problemi principali sono la storia e il ritmo del film. Peccato non abbiano usato idee già collaudate dall'esimio Miller, avrebbero fatto un gran bene alla pellicola, invece di impantanarsi in una storia che si riesce ad anticipare ad ogni sequenza. Gli effetti speciali non bastano a salvare l'assassina perfetta.
domenica 14 settembre 2008
Serie: Heroes
Heroes è una delle serie più interessanti degli ultimi anni. Creata dalla fervida mente di Tim Kring essa si basa essenzialmente sugli intrecci di un gruppo di persone che scoprono di avere dei particolari poteri e sulle contraddizioni che ne emergono. Con degli spunti tratti da X-men ma anche da X-files e specialmente dall'opera di Michael Straczynski: Rising Stars (il personaggio di Niki Sanders è praticamente Stephanie Maas!), Heroes risulta convincente ed accattivante sia per un pubblico di estimatori del genere sia per i neofiti. Naturalmente il parco sceneggiatori è di classe. Gli episodi sono scritti e prodotti dai migliori in circolazione (Bryan fuller, Jeph Loeb per citarne due) e la storia procede tenendoti letteralmente incatenato. La prima stagione è stata praticamente perfetta e cominciava così: In tempi recenti, alcuni individui apparentemente non collegati tra loro hanno sviluppato dei poteri speciali. Sebbene ancora inconsapevoli queste persone saranno chiamate non solo a salvare il mondo, ma a cambiarlo per sempre. Ogni storia ha il suo principio. Il primo volume della loro epopea inizia qui. La visione è doverosa, considerando poi che l'opera è stata creata prendendo il meglio dai comics in circolazione. C'è perfino Stan Lee, che ormai compare ovunque ci sia un superpotere. Il consiglio è quello di affrettarvi, la seconda stagione rimase a metà a causa del vecchio sciopero degli sceneggiatori ma da domani sera sulla NBC comincierà la terza stagione chiamata Heroes: Villains!
Hulk
Brutto episodio della grande carriera di Ang Lee che alle prese con il gigante verde della Marvel si confonde e pasticcia. Ecco il ritorno di Hulk dopo la fortunata serie terminata nel 1982. Eric Bana che interpreta il dottor Banner (ma stavolta i Banner sono due!) e la brava Jennifer Connelly nei panni dell'eterna Betty Ross. Che dire? Il film ha parecchi difetti, sembra forzato in alcuni punti ed è estremamente prolisso. La lettura in chiave psicologica può essere la giusta direzione ma non deve appesantire la narrazione. A mio parere la grafica ancora non è in grado di farci percepire Hulk come fotorealistico (sfortunatamente è uscito troppo vicino a shrek per non sorridere!) e questo va a scapito del film. Buona la sequenza della lotta con i cani mutati.
Speciale: Hancock
Superman
Il primo Superman fu un film molto importante per il cinema dei supereroi (e di riflesso per quello di fantascienza). Si potrebbe dire che fino all'arrivo di Tim Burton con il suo Batman non ci fu altro. Pensate, per oltre un decennio questo film fu insuperabile. A vederlo oggi si capisce anche perchè. La pellicola aveva dietro la macchina da presa Richard Donner, regista incredibilmente capace, con diciotto anni di esperienza alle spalle. Donner (Goonies, Ladyhawke, The Omen, Arma letale...) aveva a sua volta ad aiutarlo nell'impresa un cast fenomenale ed un budget corposo. Alla sceneggiatura il Mario Puzo de Il Padrino. Le critiche che a suo tempo gli furono mosse riguardavano il ritmo incostante; nel film si individuano tre segmenti netti che scorrono a velocità diverse e purtroppo l'ultima parte è la peggiore. Tuttavia la storia funziona ed ha il privilegio di raccontare l'universo dell'uomo d'acciaio senza perdersi in troppi giri inutili. Christopher Reeve è clonato dalle tavole di Siegel e Shuster mentre Marlon Brando, Gene Hackman, Glenn Ford, Terence Stamp si sono guadagnati il posto nell'olimpo del cinema con le loro carriere incredibili. Gli effetti speciali che oggi fanno sorridere allora presero l'oscar (era il 1978). Non credo sarebbe potuto esistere un Superman Returns senza questo lavoro di Donner e la dice lunga su quanto Superman the movie sia ancora attuale, a differenza di quanto dice oggi il popolo.
sabato 13 settembre 2008
Spider-man (Tokusatsu)
Armati dello spirito folle che contraddistingue molte fra le produzioni orientali dobbiamo recensire questa bizzarra versione di Spider-man. Tokusatsu per chi non lo sapesse è una parola giapponese che vuol dire effetti speciali. Quanti di voi ricordano quelle serie tipo Megaloman, Ultraman ma anche Godzilla e gli ultimi arrivati: i Power Rangers? Ebbene, queste serie si chiamano tokusatsu. Nel 1978, ad un solo anno dall'uscita della produzione televisiva americana, la Toei in giappone realizza la sua versione dell'uomo ragno. Il prode eroe è piuttosto diverso dal Parker dei fumetti, è un motociclista che combatte il perfido professor Monster e le sue creature grazie ad un super robot. Per ben 41 episodi assistiamo alle gesta dell'abile Kayama vestito da Spider-man (il costume è anche più fedele della serie americana!) anche se poi del supereroe Marvel non c'è altro. Insomma un Ultraman vestito da arrampicamuri. Delirante.
Sigla Spider-man (Tokusatsu)
Ghost Rider
Direi che Mark Steven Johnson sta ai fumetti come Uwe Boll sta ai videogiochi. Strano che le persone non se ne siano accorte. Dopo aver distrutto Daredevil con una regia quasi parodistica (colpevole anche il solito Ben Affleck) eccolo tornare all'attacco devastando il territorio del diavolo. Ghost Rider è poco conosciuto rispetto ad altri personaggi Marvel ma certo sulla carta ha carisma da vendere. La sua versione cinematografica invece ci riporta indietro di circa vent'anni; a quel ridicolo Capitan America di Albert Pyun. Qui abbiamo perso tutta l'atmosfera satanica che avvolgeva Johnny Blaze e (nonostante gli sforzi di Nicholas Cage) le pessime battute della sceneggiatura, gli effetti antiquati, i protagonisti (davvero era Wes Bentley di American Beauty?) totalmente fuori ruolo, la confezione è quella di un film pessimo. Vediamo se riusciamo a spiegare con semplicità come si fa un buon film sui supereroi nel duemila. Allora: si prende un pò del succo originale (il fumetto) ne si aggiorna l'estetica (senza esagerare!) e si lavora sulla psicologia dei personaggi anche se questi vengono da intrecci non troppo complicati. Fondamentale resta la sceneggiatura. Scrivete idiozie ed il film sarà stupido. Semplice no?
Spider-man
Dopo anni di ripensamenti e rielaborazioni della sceneggiatura ecco il film che tutti avrebbero voluto vedere su L'uomo ragno. Sam Raimi sostituisce James Cameron, prende il meglio del suo Darkman e ci infila dentro il tessiragnatele. Il risultato è convincente. I personaggi sono aggiornati (e quindi un pò diversi nella psicologia) ma grosso modo riescono a farci ricordare i loro antenati cartacei. La vera novità rispetto a quello che si era visto nei decenni precedenti è di certo il movimento di Spider-man, finalmente fedele alle tavole grazie alla computer grafica. Il film si divide in due parti: la prima, più lenta, è la genesi dell'eroe. La trasformazione di Peter Parker (interpretato da un adeguato Tobey Maguire) ci riporta a quel lontano 1962, quando Stan Lee e Steve Dikto crearono l'arrampicamuri. Mentre la seconda parte ha un ritmo forsennato e Spider-man dovra vedersela con il Goblin-Osbourne-Defoe, bravissimo nel ruolo di supercattivo (Peccato per il design del costume di Goblin, davvero plasticoso e falso!). Il film uscì nelle sale d'America quando ancora, fresco, bruciava il lutto dell'11 settembre. Addirittura il primo trailer fu censurato poichè L'Uomo Ragno intrappolava un velivolo (un elicottero) tra le torri gemelle. Naturalmente la partecipazione ai suoi trionfi divenne catartica e gli Stati Uniti rinnovarono la vecchia passione nei confronti di Spider-man rendendolo campione di'incassi. Uno dei migliori film tratti dagli albi della Marvel, non tanto per la fedeltà agli stessi quanto per caratteristiche cinematografiche. Una sequenza, quella del bacio tra Spidey e Mary Jane (Kirsten Dunst) è già passata alla storia...
Spider-man (Trailer censurato)
venerdì 12 settembre 2008
Il Corvo
Durante la notte del diavolo una banda di malavitosi inviati da Top dollar, (il mefistofelico boss locale) irrompono nell'appartamento di Eric e Shelly per ucciderli. Il ragazzo assisterà alle sevizie subite dalla donna prima di essere scagliato da una finestra dell'ultimo piano, Shelly morirà ore dopo in ospedale. Passato un anno, Eric risorgerà dalla tomba guidato da un corvo che gli offrirà l'opportunità di perseguitare i suoi aguzzini. Film epocale questo The Crow, maledetto nella genesi e nella conclusione. Tratto dal celebre ed omonimo lavoro di James O'Barr ne ricalca le pagine migliori cadendo in qualche ingenuità di tanto in tanto. Se il personaggio di Eric Draven viene trasposto alla perfezione, tutta la banda dei cattivi risulta un pò superficiale (Funboy era un personaggio fantastico nel fumetto mentre nel film è senza alcuno spessore). Ottima la regia e la fotografia, il ritmo non perde colpi ma tutte le aggiunte e le libertà che si sono presi gli sceneggiatori guastano la storia perfetta. L'opera di O'Barr nasceva dalle viscere, si sente ad ogni pagina il suo dolore. Era figlia dell'oscurità della morte. Il personaggio di Eric era evidentemente ispirato alle figure più importanti dell'iconografia post-punk mentre nel film molta di quella cultura slitta verso il metal (Brandon Lee stesso è esteticamente un metallaro!). Il pur valido John Shirley ed il suo collega David J.Schow hanno aggiunto frasi moralistiche prive di senso in un contesto come quello de Il Corvo ed hanno appiattito la controparte dell'eroe sbilanciando il testo originale. Detto questo Brandon Lee con la sua morte e la sua bravura, nei novanta eredita lo spazio leggendario del padre rubandogli la scena nei cuori underground. Una menzione va fatta per la colonna sonora assolutamente perfetta gestita al meglio da Alex Proyas , regista che veniva proprio dai videoclip.
Speciale: Frank MIller
Frank Miller è di certo uno dei più importanti innovatori dell'arte dei comics. Con tutto quello che ha seminato durante gli anni ottanta (The Dark Knight returns, Elektra assassins, Batman: year one, Sin City, Ronin...) è normale che oggi, sia il fumetto che il cinema, rubino da lui a piene mani. Eppure gli esordi con la settima arte non furono felici. Le sue sceneggiature per Robocop 2 e 3 furono saccheggiate dalla produzione, tanto impoverite da farlo infuriare (anche se nel due compare in un piccolo ruolo non accreditato!). Leggendo la sua versione di Robocop (pubblicata di recente in italiano da Magic Press!) si intuisce che se le major l'avessero lasciato fare, probabilmente oggi la trilogia del robo-poliziotto sarebbe divenuta una pietra miliare del genere. Le sue fortune nelle sale sono cominciate più tardi grazie Robert Rodriguez e al suo progetto di portare sullo schermo l'epopea di Sin City con una nuova tecnica che avrebbe trasposto l'impostazione le tavole di Frank in pellicola, mantenendole praticamente inalterate. Un lavoro notevole, coronato questa volta da un successo di pubblico e critica. In effetti il crudo noir di Miller/Rodriguez sembra un ibrido senza precedenti. Fedelissimo ai testi del maestro, con attori perfetti nei ruoli si potrebbe pensare al miglior film tratto dal mondo delle vignette se non fosse che il cinema non è un fumetto. Sorti peggiori (secondo la critica) toccano a 300, altro adattamento di una sua graphic novel. Al concetto di "movics" viene contrapposto quello dei grandi temi e chiamati in causa cineasti che nulla hanno a che fare con il cinema d'intrattenimento. Sarebbe stupido in queste pagine fare un paragone tra Ben-hur e 300, sono due film di epoche diverse che seguono intenti differenti quanto alla fedeltà storica possiamo dire che se dovessimo giudicare in base a questi criteri allora "Il gladiatore" sarebbe un film insensato. La verità è che 300 vanta una realizzazione tecnica praticamente perfetta e che il suo adattamento può dirsi pienamente riuscito. Il futuro ci riserva altri due Sin City e la regia di The Spirit, l'investigatore inventato dalla testa di quell'altro geniaccio chiamato Will Eisner!
mercoledì 10 settembre 2008
The Punisher
Rinnovate origini per Frank Castle, al suo secondo tentativo cinematografico. Il cattivone Howard Saint scopre che Castle era infiltrato in una missione antimafia che porta alla morte del figlio. Decide di sterminare la sua famiglia per vendicarsi. Castle diviene così il Punitore e comincia la sua crociata contro il crimine. Strano che il personaggio Marvel più semplice da realizzare continui ad essere chimerico per gli sceneggiatori cinematografici. Questo film oltre ad avere una storia ridicola ad ogni battuta è anche pessimo per colpa di una regia anonima. Thomas Jane e John Travolta sono fuori parte. Un esperimento talmente sconclusionato da far sembrare i film di Seagal degli action convincenti. La scelta del protagonista era sbagliata dal principio e la vena distruttiva e folle dei comics, quell'energia reazionaria tanto coinvolgente si perde ad ogni dialogo. Il film ha pure avuto un discreto successo al botteghino, io lo trovo francamente inguardabile sotto tutti i punti i vista.
Danger: Diabolik
C'è una trama molto semplice dietro questo film, una trama conosciuta fin troppo bene da coloro che seguono il fumetto delle Giussani (ma in fondo vale anche per Lupin!). L'ispettore Ginko è deciso a catturare finalmente Diabolik. Elabora una trappola che il celebre ladro, ovviamente, eluderà. Come per Barbarella e per Kriminal si parlò male in Italia di questa pellicola. Ma è sempre il tempo a giudicare e Danger: Diabolik di Mario Bava ne esce certo vincitore (la Francia ci era arrivata subito). La sua estetica pop, le invenzioni geniali di un regista sempre troppo sottovalutato dalla nostra critica cinematografica, la colonna sonora di Ennio Morricone fanno di questo Diabolik uno dei migliori film tratti da un fumetto italiano. Peccato per le restrizioni imposte da De Laurentis, sono convinto che le intuizioni di Bava avrebbero reso la pellicola ancora più preziosa. Purtroppo si sa, i soldi e l'arte non legano.
Batman - Dead end
Il Joker è nuovamente per le strade di Gotham city, appena fuggito dal manicomio di Arkham viene subito rintracciato da Batman. Il dialogo è il solito: io ho creato te, tu hai creato me. Mentre se le danno si uniscono alle danze alcuni aliens ed una schiera di Predator finiti sulla terra per una nuova stagione di caccia.
Decisamente bizzarro questo cortometraggio. Ispirati dal crossover Dark Horse: Batman vs Predator (o anche vs Alien!) un gruppo di fan dell'uomo pipistrello realizza di certo la versione esteticamente più accattivante del crociato di Gotham e in assoluto quella più fedele del Joker. Come a dire: non era poi così complicato no? Le major cinematografiche dovrebbero imparare la lezione. Perchè rivestire di corazze o cuoio nero Batman quando a tutti noi vengono in mente proprio i supereroi pensando alla calzamaglia? Capisco la necessità di aggiornare i costumi per aumentare il fattore realismo ma la Warner dovrebbe però intuire che nel cinema di intrattenimento il costume del pipistrello passa in secondo piano se poi lo stesso gira i cieli di una Gotham fantastica con un Batwing. Sono i temi nascosti e non i gadget tecnologici che stanno facendo la fortuna, la Golden age, degli eroi cinematografici, risorti definitivamente dopo il 2000. Le contraddizioni che rendevano questi personaggi immortali. La scelta del giovane Bruce Wayne è quella di un ragazzo costretto alla solitudine, che in un vuoto raggelante deve constatare l'assoluta assenza dello stato, impotente contro l'ondata criminale, incapace persino di assicurare la punizione dei colpevoli. Il dramma dell'eroe pipistrello è dunque una questione morale. La domanda che lo assilla riguarda la sua lotta. Non si tratta di una semplice ed eterna vendetta, da perseguire con ogni mezzo (non è il Corvo!), lui ha una condotta, un codice sorto grazie a riflessioni morali circa la giustizia. Naturalmente in questo piccolo miracolo estetico chiamato: Batman - Dead end non v'è nulla di tutto questo ma sono convinto che con una storia curata al meglio (come nel caso de Il cavaliere oscuro) ed una estetica di questo tipo avremmo finalmente il film finale sul pipistrello.
lunedì 8 settembre 2008
L'incredibile Hulk (1977)
Pilota di una delle più fortunate serie di telefilm statunitensi. Film affascinante nonostante la semplicità della regia televisiva. L'incredibile Hulk in celluloide è molto diverso da quello creato da Stan Lee e Jack Kirby quindici anni prima, diverso nelle tematiche e naturalmente nel background dei personaggi. Alcuni cambiamenti sono certo riconducibili alle difficoltà tecniche dell'epoca. Hulk come Spiderman necessita della grafica moderna, il personaggio stesso sarebbe stato impossibile da realizzare come lo si vedeva nelle tavole (le dimensioni inumane!) ed anche la sua forza devastante non era certo semplice da rendere. A suo vantaggio però la serie vantava un ottimo cast, primo tra tutti Bill Bixby, credibile nella parte di David (questo cambio di nome mandò Stan Lee su tutte le furie ma la produzione gli disse che Bruce suonava troppo "gay") Bruce Banner, personaggio malinconico e sfortunato che da reietto si sposta per gli Stati Uniti cercando una soluzione al suo problema e l'ormai mitico Lou Ferrigno colossale bodybuilder siculo-americano, parzialmente sordo dall'infanzia, divenuto una vera icona nel ruolo della creatura verde. Lo scienziato David Bruce Banner dopo un tragico incidente che gli toglierà la moglie cerca una soluzione per aumentare la forza fisica in maniera artificiale. Addolorato per non essere riuscito ad aprire la portiera dell'auto che imprigionava la donna finisce per fare da cavia ai suoi stessi esperimenti. A causa di un grave errore si trasformerà in un gigante verde pieno di rabbia.
Barbarella
La prorompente Barbarella viene incaricata dal presidente della terra di scovare il famoso scienziato Durand Durand, scomparso in circostanze misteriose. Gli indizi la porteranno al pianeta Sogo dove incapperà in personaggi assurdi e tra un amplesso e l'altro riuscirà nell'impresa. Film sottovalutato al principio diviene culto negli anni successivi. Omaggiato da innumerevoli artisti e tutto sommato fedele allo spirito del fumetto di Jean-Claude Forest, Barbarella resta equilibrato dall'inizio alla fine ed è un felice esempio di erotismo fantascientifico. La Brigitte Bardot che aveva ispirato l'eroina cartacea non viene per nulla rimpianta mentre scorrono gli incredibili titoli di testa sul corpo nudo della Fonda. Di recente ne è stato affidato il remake al prolifico Robert Rodriguez.
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