Nonostante i suoi successi sul campo, il giudice Dredd viene incastrato per omicido da suo fratello Rico. Condannato al processo, scampa alla morte per clemenza della corte ma viene mandato in esilio nella colonia penale di Aspen. Riuscirà a fuggire per vendicarsi. Strano film questo Dredd. Per una volta il personaggio protagonista è proprio l'attore che aveva ispirato quello cartaceo (il giudice fu inventato da John Wagner e Carlos Esquerra nel 1977 e modellato sulle fattezze di Stallone!), la scenografia è notevole, Mega city one trasuda cyberpunk e gli accessori e le tute del corpo dei giudici rispecchiano fedelmente i comics; tuttavia pur partendo da ottime premesse manca qualcosa. Il problema è che non è semplice capire nel dettaglio che cosa sia. Probabilmente lo spirito malato della versione che ha fatto la fortuna della 2000AD e che si ritrova nel primo Robocop (personaggio che somiglia decisamente al giudice) qui è perlopiù assente e l'ironia viene tutta da Rob Schneider che come sappiamo non è certo il miglior attore sulla piazza. Altro fattore è l'ego smisurato di Sylvester Stallone che non poteva evitare di farsi confezionare la storia recitando per quasi tutto il film senza il celebre elmo del personaggio e applicando i suoi vecchi ruoli di macchina da guerra a quello integerrimo di Dredd. Il risultato è un ibrido che in fondo si lascia guardare.
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