Penalizzato dalla precedente uscita de Il sesto senso, la seconda opera di M. Night Shyamalan passa in sordina. Il film venne criticato eccessivamente per via delle somiglianze tra i suoi due lavori (l'effetto sorpresa nel finale, l'andamento misterioso e quasi ipnotico del ritmo, l'utilizzo dello stesso volto che aveva fatto la fortuna della prima pellicola). Questo trasformò Unbreakable in una sorta di brutta copia de Il sesto senso. Come vedremo, non è così. La regia è un felice compromesso tra le tavole di un fumetto e le inquadrature cinematografiche (il dialogo tra Bruce Willis e la donna che gli siede accanto sul treno ne è un valido esempio, con la camera che li sbircia dal sedile anteriore e che isola i volti dei protagonisti della sequenza imparentando in maniera evidente il cinema con le vignette di un fumetto moderno!) ed è proprio in questo che Unbreakable è stato sottovalutato. Nonostante non esista la versione cartacea del supereroe David Dunn questo è il primo film adulto a fare luce sul complesso mondo dei comics. Recentemente si è parlato dell'esistenzialismo dell'eroe con Hancock, ma anche del rapporto tra eroe e antieroe con Il cavaliere oscuro, ebbene questi argomenti erano stati precedentemente trattati con un esauriente approccio filosofico proprio dal film di Shyamalan. Ad aumentare il suo valore oltre ad una buona sceneggiatura ed una solida regia ci sono i due protagonisti mai sottotono e perfettamente calati nella parte. In conclusione: un grande omaggio all'arte del baloon ma anche un valido film per neofiti.
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