Ecco un film che sfrutta pienamente il recente fenomeno degli eroi in costume, uomini con superpoteri e super-problemi. John Hancock vive come un barbone, lui si sente solo, crede di essere l'unico della sua specie. Combatte il crimine in una sorta di apatia e combina molti più danni di quanti ne potrebbero creare i delinquenti. Le cose non vanno molto bene per lui, la città dove vive (Los Angeles) lo odia e questo fa aumentare il suo disagio. Poi un giorno incontra Ray Embrey, un dirigente di una società di relazioni con un innato ottimismo, assieme stringono un patto: se John si fiderà di Ray, questi riuscirà a riabilitarlo. Strana genesi quella di Hancock, è il supereroe più giovane della storia e ce lo spacciano per il più antico. Gli autori Vince Gilligan (che viene dalla serie di culto:X-files!) e Vincent Ngo hanno fatto bene i loro compiti. La parentela tra il clochard di Los Angeles e l'universo Marvel/DC si percepisce. I problemi del film Hancock non risiedono nel personaggio e neppure negli effetti. Gli attori se la cavano discretamente. I problemi purtroppo sono tutti da attribuire ai soldi dietro la gigantesca macchina produttiva Sony, che per accontentare il grande pubblico confeziona un film per famiglie. Detto questo aggiungo che c'è qualche incongruenza: Hancock viene riabilitato dopo una serie di danni ai beni pubblici ma uscito dalla prigione "praticamente" distrugge la città senza conseguenze evidenti, ci sono poi parecchie scene con errori di continuity. Certo, questo film contiene scene spettacolari e per questo diverte, ma la sceneggiatura crea delle premesse che poi non mantiene del tutto, grave pecca. Rimane l'amaro di non poter conoscere nei dettagli il passato di Will Smith e soprattutto ci resta uno dei finali più stucchevoli degli ultimi tempi che gli abbassa il voto di mezzo punto.
venerdì 26 settembre 2008
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